Le feste di Natale si avvicinano e, con l’arrivo della cena della Vigilia e del pranzo del 25, le tavole saranno imbandite dalle più svariate leccornie. Fra queste di certo la frutta, uno dei must per questi giorni di celebrazione. Ma quali sono gli esemplari più consigliati per questo Natale in arrivo, sia in termini di stagionalità che di tradizione? Se ananas, banane e avocado si trovano tutto l’anno e hanno perso la loro connotazione “esotica”, altri frutti compaiono sui banchi dei supermercati soprattutto in questo periodo. Quelli importati per via aerea arrivano già maturi, al meglio delle loro caratteristiche di gusto.
Il dattero, ovvero il frutto della palma Phoenix Dactylifera, è una delle varietà che a Natale trova il suo massimo consumo. Conosciuto già in tempi antichi dalle popolazioni asiatiche, per l’alimentazione attuale si preferisce la forma secca, anche per le sue buone capacità di conservazione.
Molto dolce e gustoso al palato, il dattero domina le feste poiché può essere un buon sostituto ai classici zuccheri, anche per la preparazione di dolci e biscotti. Non è però tutto, poiché può essere anche un perfetto accompagnamento per portate a base di formaggio, dato il facile abbinamento ai sapori più intensi del caprino, del gorgonzola e altre proposte dal latte di capra o pecora. Inoltre, si sposa anche con il mascarpone, per uno snack veloce e soddisfacente.
Il ricorso durante il Natale è anche legato a molte credenze popolari: così come per le lenticchie, questo frutto si ritiene possa essere di buon auspicio per l’anno in arrivo, poiché fautore di ricchezza e prosperità.
FRUTTA SECCA
Anche la frutta secca domina la tavola di Natale e, più in generale, quella di dicembre. La prima motivazione è ovviamente legata alla stagionalità: con una disponibilità inferiore di varietà durante l’inverno, la frutta secca diventa un facile e gustoso sostituto. La seconda, invece, è legata a tradizioni antiche: in passato, infatti, si associava alla frutta secca la ricchezza, poiché alimento diffuso fra i ceti più abbienti. Di conseguenza, il ricorso attuale è di buon augurio per un anno in arrivo senza intoppi.
Sono molte le varietà che vengono servite durante la Vigilia oppure nel mentre del classico pranzo del 25, soprattutto come portata finale prima del dolce. Dalle noci alle nocciole, passando per le mandorle, tutti i palati verranno accontentati. I pistacchi, invece, sono solitamente dedicati agli aperitivi e, non ultimo, anche agli antipasti creativi. Bisogna però considerare come la frutta secca tenda a essere decisamente calorica e, di conseguenza, è sconsigliato abusarne, soprattutto dopo l’abbuffata delle feste. In ogni caso, dato anche il buon potere saziante, è abbastanza raro se ne consumino grandissime quantità.
AGRUMI
Natale è anche il momento ideale per assaporare i più svariati agrumi, amici della salute nonché ricarica perfetta di vitamina C. Mandarini, arance e mandaranci, ma anche limone e pompelmi: le modalità d’uso sono praticamente infinite.
Il consumo più diffuso di mandarini, mandaranci e arance è quello fresco, gustandone spicchio per spicchio, soprattutto al termine del pasto. Per il pompelmo spicca più il ricorso in succo, mentre il limone è praticamente presente dalla prima all’ultima portata, poiché spesso scelto per condimento. Non è però da escluderne l’impiego per ricette originali, come secondi di carne o di tofu e seitan qualora si preferissero le diete vegane e vegetariane. Per coglierne tutte le proprietà benefiche, tuttavia, è da favorire l’utilizzo fresco, poiché alcune vitamine e sali minerali potrebbero disperdersi in cottura. Altrettanto diffusi gli abbinamenti, magari per una splendida macedonia: kiwi, banane, pere, mele, pesche e acini d’uva, la soluzioni sono davvero le più svariate.
FRUTTA ESOTICA
ALKECHENGI
Privi di nocciolo e ricchi di semi, hanno sapore acidulo e vanno mangiati solo quando è scomparsa ogni traccia di colore verde dalla buccia. Si gustano freschi o, più spesso, ricoperti di cioccolato.
CARAMBOLA
Le fette, croccanti e di sapore acidulo, hanno una curiosa forma a stella, ideale per guarnire pietanze e dolci delle feste.
GRANADILLA
Di origine messicana, ha scorza dura e spessa che va tagliata a metà. La polpa, di gusto dolce acidulo, si raccoglie insieme ai semi edibili con un cucchiaino.
LITCHI
In Cina viene regalato a inizio anno per augurare fortuna. Ha polpa bianca e succosa, dal gusto dolce, che ricorda quello dell’uva.
MANGO
Con buccia liscia e sottile, ha polpa arancione e fondente, simile a quella della pesca. Nelle ricette salate, si gusta in insalata con gli spinaci, oppure in piatti etnici, con pollo e curry.
PAPAYA
Dalla polpa morbida e burrosa, di colore arancio, ha sapore dolce simile al melone. Oltre che al naturale, si gusta abbinata al prosciutto crudo o a formaggi morbidi, oltre che in mousse.
PITAYA
Può essere di varietà gialla, più saporita, o rossa, entrambe con polpa dolce e densa di semini commestibili. Di origine sudamericana, ha un aspetto bizzarro, simile a una pigna. Si gusta al naturale o cubettata, in spiedini alla griglia.
RAMBUTAN
Simile a un piccolo riccio per la parte esterna ricoperta da punte morbide , proviene dalla Thailandia. Ha sapore delicato, dolce e leggermente acidulo.
TAMARILLO
Arriva dall’Ecuador. Con buccia scarlatta o giallo oro, ha polpa morbidissima, da gustare con un cucchiaino.